ultimi due compiti della riscrittura di gino paoli
(di Antonia A.)
Tu sei lì da solo.
La stanza ha una brutta carta da parati.
Il soffitto viola esclude il cielo.
Non voglio stare lì con te abbandonata.
Il mondo fuori brulica di vita.
Non c'è più il suono dell'armonica.
Non vibrava per noi come un'organo.
Il suono fastidioso si alzava verso
un cielo piccolo come un fazzoletto vuoto.
(di Giammauro G.)
“Ha mai pensato alla frase Se questi muri potessero parlare?”
“Mmh.. Non saprei, ma.. no.. credo di no.”
“Beh, pensi invece a quante cose i muri hanno visto, quanti segreti magari custodiscono. Immagini, che so, se la tappezzeria, proprio quella che lei sta mettendo qui, avesse un qualche potere”.
“Potere? Tipo?”
“Boh.. magari quello di rendere invisibile una stanza agli occhi del mondo.. immagini se tutto quello che accade lì dentro, rimanesse un segreto.. Niente vicini che ascoltano, niente occhi curiosi dalle finestre di fronte. Riesce ad immaginarlo?”
“Beh, un po’.. ma lei per esempio, se avesse una tappezzeria così, cosa farebbe?”
“Io? Oh mio Dio.. non lo so.. forse.. mi metterei libera, cioè.. sì, voglio dire.. nuda.. e poi forse dalla mia stanza senza più pareti guarderei il cielo, gli alberi infiniti intorno..”
“E così.. lì dentro, come si sente?”
“Libera.. senza freni.. con la voglia di fare tutto ciò che nessuno mi potrebbe mai proibire”
“E poi?”
“E poi vedo un uomo accanto a me, che suona per me. Un’armonica, un organo, una musica sensuale che ci trascina e ci fa abbandonare come se non ci fosse più niente al mondo”.
“Mi piacerebbe poterle regalare quella tappezzeria, lo sa? Sembrava felice”.
“Non è detto che questa stessa tappezzeria che mi sta mettendo lei, non possa avere lo stesso effetto..”
Tu sei lì da solo.
La stanza ha una brutta carta da parati.
Il soffitto viola esclude il cielo.
Non voglio stare lì con te abbandonata.
Il mondo fuori brulica di vita.
Non c'è più il suono dell'armonica.
Non vibrava per noi come un'organo.
Il suono fastidioso si alzava verso
un cielo piccolo come un fazzoletto vuoto.
(di Giammauro G.)
“Ha mai pensato alla frase Se questi muri potessero parlare?”
“Mmh.. Non saprei, ma.. no.. credo di no.”
“Beh, pensi invece a quante cose i muri hanno visto, quanti segreti magari custodiscono. Immagini, che so, se la tappezzeria, proprio quella che lei sta mettendo qui, avesse un qualche potere”.
“Potere? Tipo?”
“Boh.. magari quello di rendere invisibile una stanza agli occhi del mondo.. immagini se tutto quello che accade lì dentro, rimanesse un segreto.. Niente vicini che ascoltano, niente occhi curiosi dalle finestre di fronte. Riesce ad immaginarlo?”
“Beh, un po’.. ma lei per esempio, se avesse una tappezzeria così, cosa farebbe?”
“Io? Oh mio Dio.. non lo so.. forse.. mi metterei libera, cioè.. sì, voglio dire.. nuda.. e poi forse dalla mia stanza senza più pareti guarderei il cielo, gli alberi infiniti intorno..”
“E così.. lì dentro, come si sente?”
“Libera.. senza freni.. con la voglia di fare tutto ciò che nessuno mi potrebbe mai proibire”
“E poi?”
“E poi vedo un uomo accanto a me, che suona per me. Un’armonica, un organo, una musica sensuale che ci trascina e ci fa abbandonare come se non ci fosse più niente al mondo”.
“Mi piacerebbe poterle regalare quella tappezzeria, lo sa? Sembrava felice”.
“Non è detto che questa stessa tappezzeria che mi sta mettendo lei, non possa avere lo stesso effetto..”
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