domenica, febbraio 25, 2007

sempre berto e consorte nell'auto di nori

(riscrittura di Michela B. della riscrittura di Giammauro)

Non posso crederci, bloccata qua col deficiente. Con almeno quaranta gradi e col prete impacchettato dietro nel cellofane.Ma alla fine è colpa mia eh, è colpa mia. Lo sapevo che non potevo fare affidamento su mio marito, nemmeno per il compito semplice semplice di fare 20 chilometri in macchina. Magari non sono così pochi i chilometri ma l'importante è allontanarsi il più velocemente da qui. Me l'ha chiesto lui non potevo dirgli no, non riesco mai a dirgli di no ... Mi sono fatta trovare in macchina già bella pronta, enorme ingoffata da questo vestito finto Prenatal da due soldi che mi ha regalato la stronza, che vuole risparmiare per comprare al nipotino un passeggino fa-vo-Io-so, eh sì cara magari questo delizioso vestito Io puoi sfruttare anche dopo che di sicuro non dimagrirai mica subito dopo il parto, cara ... tesoro ... Te Io faccio vedere a te e a quel figlio paranoico che hai allevato, io sono ancora giovane e attraente e ho tutte le mie cose al loro posto anche se dovrò darmi da fare con lo step come una pazza per rientrare nei miei jeans preferiti. Cosa credete che voglia rimanere tutta la vita a fianco di uno così che non sa nemmeno mettere le mani dentro un motore figurati su una donna. È che gli ho anche ricordato di fermarsi a fare benzina e di non fare il pidocchioso come al solito che il benzinaio lo guarda, e mi guarda, in un modo che voglio sprofondare. Si, voglio che mio figlio gli cresca il più lontano possibile. Lontano dalle sue fobie, dal rene mobile, dalla lacrimuccia facile e da quelle mani sempre sudate che si passa sui capelli ogni cinque minuti. Spero che il bambino non diventi come te gli dico solo per farlo sentire in colpa e per ricordargli che non c'è solo il mondo-poveroAldo ma che a due centimetri ci sono io incintissima con gli ormoni sballati e la vescica che non mi dà pace. Oddio non posso crederci, escono le scintille dal cofano, c'è pure del fumo da sotto il volante. Ma non accosta subito quando glielo dico io, no, lui sembra che se la sceglie con calma la piazzola come un cane si sceglie l'albero per pisciare. Ah ecco, questa gli piace, e scende anche a vedere e scuote la testa e allarga le braccia. No adesso, mi viene da piangere penso al casino che succederà se non ci muoviamo alla svelta da qui. Oddio, con questo caldo inizierà a puzzare. E se stiamo fermi magari si forma pure una pozza sotto, se gocciola. Devo mettergli fretta, gli dico del bambino, che nascerà in autostrada e intanto piango e penso al sangue e rido perché mi sembra tutto così irreale e finalmente fa qualcosa e chiama soccorso dalla colonnina. Non so, il tempo si è fermato, io forse ero svenuta o forse pensavo che non lo avrei più visto che non avremmo più fatto l'amore, ero paralizzata dalla paura che arrivasse la polizia, mi sembrava che il carro attrezzi non arrivasse mai. La canzoncina da chierichetto che mi rimbomba in testa è il modo del prete di farmela pagare, di farmi impazzire, in una attesa infinita tra la mia nuova vita e questa mano bagnata posata sulla mia.