situazione V
La ditta che produceva i coltelli akira aveva sede a Ferentino e si chiamava Affilati, da Affilati Giovanni, il fondatore:
Filini sbuffò, grattandosi la testa rasata di fresco. Ah, che piacere, il cranio liscio, bello lucido, profumato di crema al mentolo. Una bella grattatine ci voleva proprio. Godeva proprio, sì, godeva, certo, era molto meglio, meglio così, aveva un'aria più maschia e decisa, altro che quella vecchia insipida incipiente pelata, come… come il Commissario. Eh si, pensava, guardandosi nello specchio del bagno, che rifletteva un omone tendente alla pinguedine, torvo, accigliato, con dei baffoni neri, pizzetto invisibile e crano lucido, fare l’appuntato oggi non è più come una volta, ci vuole anche un po’ di look dannazione!
Con tutti quei film americani, spari, inseguimenti, tipi fichissimi pieni di belle pupe…
Ma qui in Italia niente di particolarmente eccitante. Quattro extracomunitari da strapazzare, un paio di prostitute-sempre quelle, che… va beh lasciamo perdere, un paio di ladri di polli.
Certo, adesso c’è questa cosa interessante di quello che ha fatto a pezzi la moglie col coltello, e se l’è cucinata a puntuno. Un serial killer, magari? Così divento famoso, e mi tolgo questa dannata balbuzie che mi prende in certi momenti.
Sì, questo nuovo look è proprio fico, cool, come direbbero a Manhattan, che prima o poi ci voglio andare. Altrimenti, per quei quattro soldi che ti danno qui, e che brutta gente poi… come è triste no, meglio, molto meglio! Una bella divisa blu, con tutti quegli sberlucchi scintillanti, e anche questo pizzetto semplice, fine fine, che fa risaltare quei bei miei baffoni da mongolo incazzato, bei baffoni neri si,, gli aveva detto la Piera, la cantante in quel bar di periferia dove lui era solito andare dopo lavoro. Che bella donnina! Tutto pepe, e che curve! Ci devo tornare.
Certo adesso non aveva più quella rompipalle della moglie che glielo menava le sere,che finiva un po' più tardi con gli amici al bar.
Finito, finito. Finito tutto, finito anche il suo matrimonio; d'altronde, la Giovanna, quella sciacquetta che si era preso, ma a cosa ci avevo trovato, dico io. Eh, quando si è giovani e ingenui! Mogli e buoi dei paesi tuoi, e avevano ragione. Una terrona, si doveva prendere! Lui, di Latina doc, con tutte le belle pupe che…Un bel musetto, all’inizio, Giovanna, niente da dire. Che fuoco! Che passione! Eh, le siciliane! Ma, come un fuoco di paglia, la moglie si era trasformato subito in suocera, e che suocera! Non fare questo, non fare quello, guarda che bagno hai lasciato, che fai, esci? Sei sempre fuori, ma perché, dove vai, torni tardi, sono triste, e qui non conosco nessuno, poi puzzi di fumo…i soldi non bastano mai, taccagno…
sembrava di essere un sorvegliato speciale!
Che palle!
Dopo la separazione (lei si era invaghita di un playboy da strapazzo, il parrucchiere Carmelo, tutto unticcio e impomatato, e si era messa a fare la shampista), lui era felicemente lievitato, era ingrassato 10 kg, ma ingrassato bene, eh, non solo di pancia.!
Tutto il contrario del suo commissario, testa fina, neh, ma che dopo la morte della moglie si era rinsecchito come una prugna, bah, un uomo ancora valido, ma di mezza età, e sembra molto più vecchio di quello che è. Le donne, le donne, cosa fanno, anche da morte!
Non un vizio, quel brav’uomo del commissario, non un peccato, una casa piena di libri – della moglie, era insegnante- Lui non ha problemi di alcool, il commissario, anzi, ma beve molti, troppi caffè.
Mentre lui invece ! Un fiore! Un bel fiorellone grasso e sbocciato! Merito delle scatolette e degli hamburger e forse anche delle belle bevute, fatte con gli amici, certo, il suo divertimento era anche che frequentava una palestra, tirava di boxe, era forte come un toro, e ogni tanto tirava pugni. Anche agli extracomunitari. Così, per allenarsi.
Dopo la separazione si era rasato per non sembrare più un ragazzo, ma un giovane prestante uomo, come era. Qualche bella catena, un anello vistoso al dito, unici vezzi.
Non ho problemi di alcol, io, solo qualche onesta birretta in compagnia e poi a parte questo non vado in giro per aperitivi, come certi frocetti, tutti tatuati, ombelico di fuori, che li vedi davanti al nulla, appollaiati ciondolare nei bar, e poi prendono a macchina e si spiaccicano contro un palo, puah, smidollati, gioventù bruciata.
Sputò, e gettò nel lavandino un misto di saliva, collutorio disinfettante e sangue. Ah,quelle maledette gengive avevano ripreso a sanguinare. il dentista diceva che era piorrea, dovuta anche al troppo fumo –ma lui non fumava più per la miseria, da un pezzo! E alla cattiva alimentazione. Troppa carne, e poca igiene orale. Sarà
Squillò il cellulare: “ pronto pronto? appuntato filini, è lei, signor commissario? Ossequi!”
“Ma chi vuoi che risponda al mio cellulare, caro filì (così il commissario chiamava con paziente affetto il giovane mestierante, quel soldo di cacio, ignorante come un tacco, ma un bel praticone,uno spiccio, insomma), sono le sette e mezza di mattina, hai preso la mia Fiat brava dal meccanico? Guarda che oggi devi fare un bel pezzo di strada, io sono stanco, sai, ieri sera per distrarmi da quel ….porco che abbiamo interrogato… non avevo più neanche voglia di andare al bar a vedere gli amici, allora ho guardato la televisione fino a tardi c'era una bella televendita di tappeti propri interessante e poi li sai quegli spettacoli un po'… poco hai capito insomma..C’era Moana che…”
“Certo certo signor commissario, volevo appunto dirle che sto venendo da lei con la sua macchina, bel verde fiammante tutta incerata che c’ho pensato io, sembra nuova, un gioiello, sentisse il motore adesso, e l'aspetto. Andiamo in Ciociaria, per quella storia dello squartatore.Jack er Ciocio, che dice? Magari ci troviamo anche la stampa, e…”
Basta sciocchezze, Filì, corri”. E Filini disse “comandi” e riattaccò .
Filini si vestì in tutta fretta e senza altro indugio andò a prendere il commissario.
La ditta affilati era la classica azienda sorta dal nulla con i contributi di mamma Stato. “Eh sì, quanti imprenditori si sono inventati un mestiere con i soldi della Comunità europea, da queste parti” filosofeggiava il commissario, lungo la strada. “Prima era più facile, bastava conoscere il canale giusto vale a dire un politico anche di mezza anche di mezzotacca, e che faceva a sua volta conosce solito consulente azzecca garbugli per che a sua volta aveva degli amici giusti, il gioco era fatt. Un bel business plan, qualche mese, i soldi arrivavano giusti giusti. Costruisci un paio di capannoni, ci metti dentro lavorare parenti e amici-amici anche del politico, naturalmente ….”. I pensieri del commissario furono improvvisamente interrotto da filì “commissario, siamo arrivati “. Sulla porta inaspettatamente ecco affilati junior. almeno così si presenta ai lui
“Buongiorno, Manolo affilati” dice con un filo di voce un po’ stridula il giovane, tendendo una mano molle e un po’ umidiccia verso il commissario, che lo squadra dritto negli occhi e ricambia la stretta di mano. Quando è il turno dell’appuntato, la sua stretta quasi stritola la mano dell’efebo.
“Frocetto- pensa tra sé, ma dice, con vocione tonante, visto che il commissario sta zitto” ?Manolo?Noi cerchiamo Emanuele affilati, suo padre forse? “. “ Si si, sono io, Emanuele ma mi chiamano Manolo. Mio padre è mancato 13 mesi fa, e ora la produzione e vendita di coltelli della Ditta la seguo io. Avete mai assistito alle televendite della nostra ditta? sono un vero spettacolo!. “Alla parola spettacolo si illuminano gli occhi del giovane e filini nota che ha gli occhi truccati. già come le puttane e ci scoppia dentro quei pantaloni, il tocco finale è che sono a brandelli, gli manca anche un bel rossetto e poi può andare a battere in via nazionale… come se non bastassero i capelli lunghi, il ciuffo sulla fronte quel pizzetto finto macho… un imprenditore, questo, che schifo.
“Allora Emanuele o Manolo , come cazzo ti vuoi chiamare, siamo qui per fare un po' di domande sui coltelli che avete venduto a quel pazzo che ha squartato la moglie, l’avrai letto sui giornali, no?: davvero un bel lavoro. “
“Io io non so niente di pazzi e di mogli, non sono neppure sposato, io, io vendo coltelli , ma …seguitemi, vi faccio vedere come siamo organizzati: produzione, promozione con televendite, vendita per corrispondenza lavoriamo molto bene con tele Ciociaria”
I poliziotti seguono il giovane in ufficio, e inizia a scorrere le immagini. Compare il televenditore, una bella musichetta allegra di sottofondo, “si chiama Romano Ciòni, è bravissimo” si affretta a precisare Manolo, “è un vero uomo di spettacolo esperto, ha circa 40, ma ne dimostra meno, vero? Ha un fisico! E una presenza scenica invidiabile!”
Fili guarda di sottecchi il commissario: anche lui ha poco più di 40, anni ma sembra il papà, anzi il nonno di Romano. Saranno le borse sotto gli occhi, i pochi capelli, le troppe indagini quei 10 chili di troppo, quei denti ingialliti dai troppi caffè e dal fumo…
Manolo continua, con voce querula ed eccitata “ quando era giovane è stato anche attore in radiodrammi il buon successo a livello locale. Sentite che bella voce ha, calda e avvolgente, è toscano ma non si sente, vero? Questa televendita è un piccolo capolavoro, e poi il settino l’ho curato io, ma sentite la voce, non aggressiva ma suadente, provate a chiudere gli occhi! Comprereste anche voi i nostri prodotti, no? Ogni volta che va in onda ci fa aumentare il fatturato e di molto!
“Sarà” interrompe bruscamente il commissario”mentre filì< sta pensando “con quel sorriso da scemo e superiorità stampato sul volto” , “ io preferisco le televendite fatte dalle belle signorine, , e poi i coltelli mi interessano solo per questa indagine, meglio i tappeti…i colori, le trame, lo Shiraz, per esempio,
“Commissario” lo interrompe il filini temendo che parta per la tangente con la sua mania della astrazione, lo conosce lui, è capace di parlare di tappeti per delle ore”ci risulta dal verbale che le consegne dei fanno due uomini, due rumeni, li vogliamo interrogare?”
“Ah beh… balbetta il giovane”si, le fanno loro ma.. sono arrivati da poco e sapete… stiamo sono sarebbero vorrei dire che… insomma non sono proprio assunti assunti”
“cosa vuol dire? Che tenete gente in nero?” E che girano con un furgono vostro? E se succede un incidente?”
Ah ma noi… il commissario di zona, con cui mio papà aveva buonissimi rapporti, sapeva che, insomma, chiudeva un’occhio, sapete, ce ne sono stante di situazioni così, qui, e allora…
Filini sbuffò, grattandosi la testa rasata di fresco. Ah, che piacere, il cranio liscio, bello lucido, profumato di crema al mentolo. Una bella grattatine ci voleva proprio. Godeva proprio, sì, godeva, certo, era molto meglio, meglio così, aveva un'aria più maschia e decisa, altro che quella vecchia insipida incipiente pelata, come… come il Commissario. Eh si, pensava, guardandosi nello specchio del bagno, che rifletteva un omone tendente alla pinguedine, torvo, accigliato, con dei baffoni neri, pizzetto invisibile e crano lucido, fare l’appuntato oggi non è più come una volta, ci vuole anche un po’ di look dannazione!
Con tutti quei film americani, spari, inseguimenti, tipi fichissimi pieni di belle pupe…
Ma qui in Italia niente di particolarmente eccitante. Quattro extracomunitari da strapazzare, un paio di prostitute-sempre quelle, che… va beh lasciamo perdere, un paio di ladri di polli.
Certo, adesso c’è questa cosa interessante di quello che ha fatto a pezzi la moglie col coltello, e se l’è cucinata a puntuno. Un serial killer, magari? Così divento famoso, e mi tolgo questa dannata balbuzie che mi prende in certi momenti.
Sì, questo nuovo look è proprio fico, cool, come direbbero a Manhattan, che prima o poi ci voglio andare. Altrimenti, per quei quattro soldi che ti danno qui, e che brutta gente poi… come è triste no, meglio, molto meglio! Una bella divisa blu, con tutti quegli sberlucchi scintillanti, e anche questo pizzetto semplice, fine fine, che fa risaltare quei bei miei baffoni da mongolo incazzato, bei baffoni neri si,, gli aveva detto la Piera, la cantante in quel bar di periferia dove lui era solito andare dopo lavoro. Che bella donnina! Tutto pepe, e che curve! Ci devo tornare.
Certo adesso non aveva più quella rompipalle della moglie che glielo menava le sere,che finiva un po' più tardi con gli amici al bar.
Finito, finito. Finito tutto, finito anche il suo matrimonio; d'altronde, la Giovanna, quella sciacquetta che si era preso, ma a cosa ci avevo trovato, dico io. Eh, quando si è giovani e ingenui! Mogli e buoi dei paesi tuoi, e avevano ragione. Una terrona, si doveva prendere! Lui, di Latina doc, con tutte le belle pupe che…Un bel musetto, all’inizio, Giovanna, niente da dire. Che fuoco! Che passione! Eh, le siciliane! Ma, come un fuoco di paglia, la moglie si era trasformato subito in suocera, e che suocera! Non fare questo, non fare quello, guarda che bagno hai lasciato, che fai, esci? Sei sempre fuori, ma perché, dove vai, torni tardi, sono triste, e qui non conosco nessuno, poi puzzi di fumo…i soldi non bastano mai, taccagno…
sembrava di essere un sorvegliato speciale!
Che palle!
Dopo la separazione (lei si era invaghita di un playboy da strapazzo, il parrucchiere Carmelo, tutto unticcio e impomatato, e si era messa a fare la shampista), lui era felicemente lievitato, era ingrassato 10 kg, ma ingrassato bene, eh, non solo di pancia.!
Tutto il contrario del suo commissario, testa fina, neh, ma che dopo la morte della moglie si era rinsecchito come una prugna, bah, un uomo ancora valido, ma di mezza età, e sembra molto più vecchio di quello che è. Le donne, le donne, cosa fanno, anche da morte!
Non un vizio, quel brav’uomo del commissario, non un peccato, una casa piena di libri – della moglie, era insegnante- Lui non ha problemi di alcool, il commissario, anzi, ma beve molti, troppi caffè.
Mentre lui invece ! Un fiore! Un bel fiorellone grasso e sbocciato! Merito delle scatolette e degli hamburger e forse anche delle belle bevute, fatte con gli amici, certo, il suo divertimento era anche che frequentava una palestra, tirava di boxe, era forte come un toro, e ogni tanto tirava pugni. Anche agli extracomunitari. Così, per allenarsi.
Dopo la separazione si era rasato per non sembrare più un ragazzo, ma un giovane prestante uomo, come era. Qualche bella catena, un anello vistoso al dito, unici vezzi.
Non ho problemi di alcol, io, solo qualche onesta birretta in compagnia e poi a parte questo non vado in giro per aperitivi, come certi frocetti, tutti tatuati, ombelico di fuori, che li vedi davanti al nulla, appollaiati ciondolare nei bar, e poi prendono a macchina e si spiaccicano contro un palo, puah, smidollati, gioventù bruciata.
Sputò, e gettò nel lavandino un misto di saliva, collutorio disinfettante e sangue. Ah,quelle maledette gengive avevano ripreso a sanguinare. il dentista diceva che era piorrea, dovuta anche al troppo fumo –ma lui non fumava più per la miseria, da un pezzo! E alla cattiva alimentazione. Troppa carne, e poca igiene orale. Sarà
Squillò il cellulare: “ pronto pronto? appuntato filini, è lei, signor commissario? Ossequi!”
“Ma chi vuoi che risponda al mio cellulare, caro filì (così il commissario chiamava con paziente affetto il giovane mestierante, quel soldo di cacio, ignorante come un tacco, ma un bel praticone,uno spiccio, insomma), sono le sette e mezza di mattina, hai preso la mia Fiat brava dal meccanico? Guarda che oggi devi fare un bel pezzo di strada, io sono stanco, sai, ieri sera per distrarmi da quel ….porco che abbiamo interrogato… non avevo più neanche voglia di andare al bar a vedere gli amici, allora ho guardato la televisione fino a tardi c'era una bella televendita di tappeti propri interessante e poi li sai quegli spettacoli un po'… poco hai capito insomma..C’era Moana che…”
“Certo certo signor commissario, volevo appunto dirle che sto venendo da lei con la sua macchina, bel verde fiammante tutta incerata che c’ho pensato io, sembra nuova, un gioiello, sentisse il motore adesso, e l'aspetto. Andiamo in Ciociaria, per quella storia dello squartatore.Jack er Ciocio, che dice? Magari ci troviamo anche la stampa, e…”
Basta sciocchezze, Filì, corri”. E Filini disse “comandi” e riattaccò .
Filini si vestì in tutta fretta e senza altro indugio andò a prendere il commissario.
La ditta affilati era la classica azienda sorta dal nulla con i contributi di mamma Stato. “Eh sì, quanti imprenditori si sono inventati un mestiere con i soldi della Comunità europea, da queste parti” filosofeggiava il commissario, lungo la strada. “Prima era più facile, bastava conoscere il canale giusto vale a dire un politico anche di mezza anche di mezzotacca, e che faceva a sua volta conosce solito consulente azzecca garbugli per che a sua volta aveva degli amici giusti, il gioco era fatt. Un bel business plan, qualche mese, i soldi arrivavano giusti giusti. Costruisci un paio di capannoni, ci metti dentro lavorare parenti e amici-amici anche del politico, naturalmente ….”. I pensieri del commissario furono improvvisamente interrotto da filì “commissario, siamo arrivati “. Sulla porta inaspettatamente ecco affilati junior. almeno così si presenta ai lui
“Buongiorno, Manolo affilati” dice con un filo di voce un po’ stridula il giovane, tendendo una mano molle e un po’ umidiccia verso il commissario, che lo squadra dritto negli occhi e ricambia la stretta di mano. Quando è il turno dell’appuntato, la sua stretta quasi stritola la mano dell’efebo.
“Frocetto- pensa tra sé, ma dice, con vocione tonante, visto che il commissario sta zitto” ?Manolo?Noi cerchiamo Emanuele affilati, suo padre forse? “. “ Si si, sono io, Emanuele ma mi chiamano Manolo. Mio padre è mancato 13 mesi fa, e ora la produzione e vendita di coltelli della Ditta la seguo io. Avete mai assistito alle televendite della nostra ditta? sono un vero spettacolo!. “Alla parola spettacolo si illuminano gli occhi del giovane e filini nota che ha gli occhi truccati. già come le puttane e ci scoppia dentro quei pantaloni, il tocco finale è che sono a brandelli, gli manca anche un bel rossetto e poi può andare a battere in via nazionale… come se non bastassero i capelli lunghi, il ciuffo sulla fronte quel pizzetto finto macho… un imprenditore, questo, che schifo.
“Allora Emanuele o Manolo , come cazzo ti vuoi chiamare, siamo qui per fare un po' di domande sui coltelli che avete venduto a quel pazzo che ha squartato la moglie, l’avrai letto sui giornali, no?: davvero un bel lavoro. “
“Io io non so niente di pazzi e di mogli, non sono neppure sposato, io, io vendo coltelli , ma …seguitemi, vi faccio vedere come siamo organizzati: produzione, promozione con televendite, vendita per corrispondenza lavoriamo molto bene con tele Ciociaria”
I poliziotti seguono il giovane in ufficio, e inizia a scorrere le immagini. Compare il televenditore, una bella musichetta allegra di sottofondo, “si chiama Romano Ciòni, è bravissimo” si affretta a precisare Manolo, “è un vero uomo di spettacolo esperto, ha circa 40, ma ne dimostra meno, vero? Ha un fisico! E una presenza scenica invidiabile!”
Fili guarda di sottecchi il commissario: anche lui ha poco più di 40, anni ma sembra il papà, anzi il nonno di Romano. Saranno le borse sotto gli occhi, i pochi capelli, le troppe indagini quei 10 chili di troppo, quei denti ingialliti dai troppi caffè e dal fumo…
Manolo continua, con voce querula ed eccitata “ quando era giovane è stato anche attore in radiodrammi il buon successo a livello locale. Sentite che bella voce ha, calda e avvolgente, è toscano ma non si sente, vero? Questa televendita è un piccolo capolavoro, e poi il settino l’ho curato io, ma sentite la voce, non aggressiva ma suadente, provate a chiudere gli occhi! Comprereste anche voi i nostri prodotti, no? Ogni volta che va in onda ci fa aumentare il fatturato e di molto!
“Sarà” interrompe bruscamente il commissario”mentre filì< sta pensando “con quel sorriso da scemo e superiorità stampato sul volto” , “ io preferisco le televendite fatte dalle belle signorine, , e poi i coltelli mi interessano solo per questa indagine, meglio i tappeti…i colori, le trame, lo Shiraz, per esempio,
“Commissario” lo interrompe il filini temendo che parta per la tangente con la sua mania della astrazione, lo conosce lui, è capace di parlare di tappeti per delle ore”ci risulta dal verbale che le consegne dei fanno due uomini, due rumeni, li vogliamo interrogare?”
“Ah beh… balbetta il giovane”si, le fanno loro ma.. sono arrivati da poco e sapete… stiamo sono sarebbero vorrei dire che… insomma non sono proprio assunti assunti”
“cosa vuol dire? Che tenete gente in nero?” E che girano con un furgono vostro? E se succede un incidente?”
Ah ma noi… il commissario di zona, con cui mio papà aveva buonissimi rapporti, sapeva che, insomma, chiudeva un’occhio, sapete, ce ne sono stante di situazioni così, qui, e allora…
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