venerdì, aprile 06, 2007

Nono incontro

Vi ricordiamo che martedì prossimo 10 aprile è l'ultimo incontro del laboratorio "Storie che cambiano"! Di seguito trovate il compito presentato mercoledì scorso.
Buona scrittura

D “Cuore” di Edmondo De Amicis

21, venerdì

L'anno è cominciato con una disgrazia. Andando alla scuola, questa mattina, io ripetevo a mio padre quelle parole del maestro, quando vedemmo la strada piena di gente, che si serrava davanti alla porta della Sezione. Mio padre disse subito: - Una disgrazia! L'anno comincia male! - Entrammo a gran fatica. Il grande camerone era affollato di parenti e di ragazzi, che i maestri non riuscivano a tirar nelle classi, e tutti eran rivolti verso la stanza del Direttore, e s'udiva dire: - Povero ragazzo! Povero Robetti! - Al disopra delle teste, in fondo alla stanza piena di gente, si vedeva l'elmetto d'una guardia civica e la testa calva del Direttore: poi entrò un signore col cappello alto, e tutti dissero: - È il medico. - Mio padre domandò a un maestro: - Cos'è stato? - Gli è passata la ruota sul piede, - rispose. - Gli ha rotto il piede, - disse un altro. Era un ragazzo della seconda, che venendo a scuola per via Dora Grossa e vedendo un bimbo della prima inferiore, sfuggito a sua madre, cadere in mezzo alla strada, a pochi passi da un omnibus che gli veniva addosso, era accorso arditamente, l'aveva afferrato e messo in salvo; ma non essendo stato lesto a ritirare il piede, la ruota dell'omnibus gli era passata su. È figliuolo d'un capitano d'artiglieria. Mentre ci raccontavano questo, una signora entrò nel camerone come una pazza, rompendo la folla: era la madre di Robetti, che avevan mandato a chiamare; un'altra signora le corse incontro, e le gettò le braccia al collo, singhiozzando: era la madre del bambino salvato. Tutt'e due si slanciarono nella stanza, e s'udì un grido disperato: - Oh Giulio mio! Bambino mio! - In quel momento si fermò una carrozza davanti alla porta, e poco dopo comparve il Direttore col ragazzo in braccio, che appoggiava il capo sulla sua spalla, col viso bianco e gli occhi chiusi. Tutti stettero zitti: si sentivano i singhiozzi della madre. Il Direttore si arrestò un momento, pallido, e sollevò un poco il ragazzo con tutt'e due le braccia per mostrarlo alla gente. E allora maestri, maestre, parenti, ragazzi, mormorarono tutti insieme: - Bravo, Robetti! - Bravo, povero bambino! - e gli mandavano dei baci; le maestre e i ragazzi che gli erano intorno, gli baciaron le mani e le braccia. Egli aperse gli occhi, e disse: - La mia cartella! - La madre del piccino salvato gliela mostrò piangendo e gli disse: - Te la porto io, caro angiolo, te la porto io. - E intanto sorreggeva la madre del ferito, che si copriva il viso con le mani. Uscirono, adagiarono il ragazzo nella carrozza, la carrozza partì. E allora rientrammo tutti nella scuola, in silenzio.


Dal Secolo XIX di Mercoledì 4 aprile 2007

“Terni - Rogo alla Pollo Rollo, Muore una Dipendente
Terni: E’ stata fatale per Chiara Zamboni, 58 anni, dipendente della Pollo Rollo di Roccatagliata, la decisione di rientrare nello stabilimento, forse per prendere dei documenti, mentre cominciava a infuriare l’incendio che ieri mattina intorno alle 6 ha devastato due reparti dell’azienda di pollame e invaso di fumo quelli attigui. La donna, ritrovata in un bagno, è morta. Sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte della Zamboni, vedova e madre di due figli, Carla e Marco, che forse si era rifugiata in bagno per rinfrescarsi e attenuare il senso di soffocamento. Da chiarire, se verrà confermata questa ricostruzione, chi le abbia consentito di rientrare o se invece la donna sia rimasta intrappolata per un suo errore di valutazione. Il pm di Terni Paolo Cernelli, che ha aperto un fascicolo per incendio e omicidio colposi, ha interessato la prevenzione infortuni sul lavoro per accertare che via sia stato un idoneo addestramento del personale, in particolare sulle vie di fuga. Sembra accidentale la causa, forse di natura elettrica, ma ci vorranno almeno 48 ore per ricostruire la dinamica”.

Domande di riflessione:
a) quali sono le affinità e le divergenze tra il pezzo di Cuore e quello di cronaca?
b) quali valori emergono dal brano di De Amicis? E da quello del Secolo XIX?
c) che struttura ha l’articolo di giornale? a quali domande risponde?
d) che economia di tempi ha il pezzo di “cronaca” di De Amicis? Che figure presenta?
e) che differenza c’è tra l’io narrante di De Amicis e quello già visto di Paolo Nori?

Esercizio:

Riscrivi il pezzo di Cuore come un esercizio giornalistico e riscrivi l’articolo del Secolo XIX con lo stile e l’impostazione di quello di De Amicis, mantenendo il numero di battute (più o meno) degli originali.